Note critiche

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Note critiche | Critical notes

Mario Cossali

Feminae sive natura (9-16 aprile 2024)
Nuove opere per Castel Mareccio, nuove opere che si inseriscono nel Progetto Feminae di Giovanna Dapor: veline, indurite con resina, montate su fogli neri e quindi su pannello con protezione in plexiglass. Il titolo dovrà essere Feminae sive natura prendendo a prestito dal grande Baruch Spinoza quel sive che dal latino può significare: o se – o piuttosto – ooppure – sia che … sia che, ma anche: come. L’artista identifica i suoi segni con fibre che si stendono, che avvolgono in un processo di immedesimazione nella natura carico di pulsioni, ma anche di resistenze, senza cedimenti dannunziani, (immersi noi siam nello spirito silvestre, d’arborea vita viventi), in un coinvolgimento che corrisponde ad un continuo corpo a corpo in cui non è permessa alcuna distrazione estatica. La tecnica compositiva è esplicita nel dipanarsi per tappe successive del racconto e le immagini che scaturiscono sono eloquenti nella loro coerenza visionaria: ci troviamo di fronte un/la donna che cerca di costruire nuove armonie di pensiero, di senso, di piacere dentro il mondo della natura.
Ma stiamo attenti, non si tratta tanto e solo della natura esterna, della pianta, dell’acqua, della pietra, del legno e dell’aria, ma anche e ancor prima della natura interna, della consapevolezza creaturale della fragilità e dei continui a volte imprevisti intoppi e ritardi della bellezza testardamente inseguita. Questo processo è in qualche modo rappresentato dal contrasto tra i materiali usati e la resistente poeticità della rappresentazione.  Giovanna Dapor ci ha abituato al suo passo dialettico sul quale ci fa camminare con crescente stupore, ricominciamo con lei ogni volta il viaggio come fosse un viaggio del tutto nuovo ed accorgendoci per via che come accade in ogni autentica ricerca creativa non è tanto il viaggio che cambia quanto lo sguardo, la sua intensità, la sua profondità. Ed anche questo suo viaggio nella natura non può certo risolversi in una tradizionale esplorazione ecologica, ma, piuttosto in una meditata immersione colma di attese.

Mario Cossali

Feminae sive natura (9-16 aprile 2024)
New works for Castel Mareccio, new works that fit into Giovanna Dapor’s Feminae Project: tissue, hardened with resin, mounted on black sheets and then on panel with plexiglass protection. The title should be Feminae sive natura borrowing from the great Baruch Spinoza that sive which from Latin can mean: or if – or rather – or, or – both that … be that, but also: as. The artist identifies his signs with fibers that stretch out, that envelop in a process of identification with nature charged with impulses, but also with resistance, without D’Annunzian yielding, (immersed we are in the sylvan spirit, of arboreal life living), in an involvement that corresponds to a continuous hand-to-hand in which no ecstatic distraction is allowed. The compositional technique is explicit in the unraveling by successive stages of the tale, and the images that arise are eloquent in their visionary coherence: we are faced with a/the woman who seeks to construct new harmonies of thought, of meaning, of pleasure within the world of nature.
But let us be careful, it is not so much and only about the external nature, the plant, water, stone, wood and air, but also and even before that about the internal nature, the creaturely awareness of the fragility and the continuous sometimes unforeseen snags and delays of the stubbornly pursued beauty. This process is somehow represented by the contrast between the materials used and the resistant poeticity of the representation. Giovanna Dapor has accustomed us to her dialectical step on which she makes us walk with growing amazement, we start the journey with her again each time as if it were an entirely new journey and realizing by the way that as it happens in every authentic creative quest it is not so much the journey that changes as the gaze, its intensity, its depth. And even this journey of hers into nature certainly cannot resolve itself into a traditional ecological exploration, but, rather into a thoughtful immersion filled with expectation.

Paolo Tomio | IcsArt
2020

Giovanna Da Por Sulligi è artista completa: ama dipingere, ama creare, ama cimentarsi in nuove sfide senza porsi limiti aprioristici sperimentando con la massima libertà i temi, le tecniche e i materiali più vari. Ama anche adottare soluzioni inconsuete e provocatorie come inserti materici, tessuti, pluriball, o inventare modalità espressive assolutamente nuove come nel caso dei suoi mandhala, spirali concentriche composte con vecchi tessuti multicolori che ripropongono in chiave simbolica un archetipo universale. Negli anni ’80 ha intrapreso una fortunata carriera professionale eseguendo monumentali cicli compositivi parietali ad encausto (un’antica tecnica pittorica oggi in disuso poiché troppo laboriosa), dimostrando una ricca e felice creatività coniugata a un rigore e un talento non comuni. La sua capacità di far convivere la grande pittura figurativa del passato, l’affresco, il dipinto allegorico, il ritratto, con la modernità dell’installazione, del collage, della stampa digitale su plexiglass, dei materiali artificiali, le ha fatto conquistare nel corso di una carriera pluriennale una piena e totale libertà espressiva che le consente di affrontare le esperienze creative più diverse.
Nei suoi lavori affronta con coraggio e passione temi sociali difficili o impopolari (generalmente ignorati dagli artisti d’oggi) come la condizione e il ruolo delle donne, il problema dell’emigrazione, la repressione del Tibet, sempre con partecipazione e lo sguardo attento alla dimensione umana. Anche l’uso alternativo, ironico o decorativo di simboli provenienti dal vissuto femminile, pizzi, crinoline, stoffe, nasce dalla necessità di ripensare criticamente una cultura tradizionale ancora viva.
Tutta l’opera di Giovanna comprova la sua attitudine a ricercare approcci sempre diversi ai problemi della rappresentazione per trasformare o reinventare linguaggi coerenti con il suo bisogno di raccontare il mondo attraverso la sensibilità di chi vive nel proprio tempo e, perché no, contro il proprio tempo. Una condotta, la sua, che dimostra come un’artista autentica possa svolgere un ruolo attivo e attuale testimoniando il proprio impegno attraverso la poesia delle immagini. DaPor

Paolo Tomio | IcsArt
2020

Giovanna Da Por Sulligi is a complete artist: she loves to paint, she loves to create, she loves to take on new challenges without setting herself limits a priori, experimenting with the most varied themes, techniques and materials, with the utmost freedom. She also loves to adopt unusual and provocative solutions such as material inserts, fabrics and bubble wrap, or invent absolutely new expressive methods as in the case of her mandalas, concentric spirals made with old multicoloured fabrics that re-propose a universal archetype in a symbolic key. In the 1980s she embarked on a successful professional career by executing monumental composition cycles in encaustic (an ancient pictorial technique now in disuse because it is too laborious) on walls, demonstrating a rich and happy creativity combined with an uncommon rigour and talent. Her ability to bring together the great figurative painting of the past, the fresco, the allegorical painting and the portrait, with the modernity of the installation, of collage, of digital printing on plexiglass, of artificial materials, has won her – over the course of a multi-year career – full and total expressive freedom that allows her to face the most diverse creative experiences.
In her works she tackles – with courage and passion – difficult or unpopular social themes (generally ignored by contemporary artists) such as the condition and role of women, the problem of emigration, the repression in Tibet, with participation and attentive gaze on human dimension. Even the alternative, ironic or decorative use of symbols from women’s experiences, such as lace, crinolines and fabrics arises from the need to critically rethink a traditional culture that is still alive.
All of Giovanna’s work proves her aptitude for always seeking different approaches to the problems of representation in order to transform or reinvent languages consistent with her need to recount the world through the sensitivity of those who live in their own time and, why not, against their own time. Hers is a conduct which demonstrates how an authentic artist can play an active and current role by bearing witness to her commitment through the poetry of images. DaPor

Giorgio Cortenova

2007 | Bolzano Centro Culturale Trevi: Mostra personale organizzata dall’Assessorato alla cultura della provincia autonoma di Bolzano.
Catalogo e presentazione del prof. Giorgio Cortenova direttore  della Galleria d’Arte Contemporanea Palazzo Forti a Verona.
Epifanie oniriche
Mi affascina il modo in cui Giovanna Da Por priva le sue immagini da quel tanto di sensibilismo a cui sarebbe stato facile cedere. Invece Giovanna taglia via decisa, stilizza senza inutili dolcezze, ha in mente metafore ma ha negli occhi l’amore per una geometria che sintetizza, accorcia le distanze, fa vibrare scintille d’energia laddove potrebbero penetrare merletti decorativi. L’opera “Attrazione fatale” è singolare e decisa nelle forme. La figura femminile possiede quel trattenuto dinamismo che ne contraddistingue le forme e che ben si addice anche alle dimensioni minimali del francobollo cui è stata destinata. 
Mi sollecita ricordi epifanici quel ventre di caverna modernisticamente tradotta in blocchi squadrati ma irregolari. Si tratta peraltro di una femminilità in bilico sulla soglia di conquiste che però potrebbero tradursi in omologazione e al tempo stesso di apparenti cedimenti che potrebbero significare un recupero di energie nuove: come se dopo tanta corsa il corpo arcuato richiedesse di rifiatare e di meditare nuove ipotesi e strategie.
Mi sorprende la capacità di costruire per simboli che non sono mai sovraesposti, mai invadenti e che vanno a comporre un universo pacatamente onirico, quale possiamo apprezzare in lavori come “Tempo”, “Domenica pollo”, “Genesis”, testimonianze di una sapienza operativa capace di diventare esplorazione quotidiana di tecniche tra loro dialettiche, di contrasti materici brillantemente risolti, in una crescita “avventurosa” vissuta con quell’autenticità espressiva che da sempre riconosco in Giovanna.
Mi ha sollecitato a scrivere questo breve ma sincero commento la continuità creativa dell’artista, quella sua riuscita scommessa d’innestare i ritmi quotidiani in quelli simbolici e metaforici di un sogno: perché è cosa nota che basterebbe un sogno a dare un senso alla vita. DaPor

Giorgio Cortenova

2007 | Bolzano Centro Culturale Trevi: Personal exhibition organised by the Department of culture of the Autonomous Province of Bolzano.
Catalogue and presentation by Giorgio Cortenova, director of the Contemporary Art Gallery at Palazzo Forti in Verona
Dream epiphanies
I am fascinated by the way Giovanna Da Por deprives her images of that amount of sensibility it would have been easy to give into. Instead, Giovanna cuts away decisively, stylises without useless sweetness, she has metaphors in mind but in her eyes she has the love for a geometry that synthesises, shortens distances, creates vibrating sparks of energy where decorative laces could penetrate. The work “Attrazione fatale” (Fatal Attraction) is singular and decisive in its forms. The female figure possesses that restrained dynamism which distinguishes its forms and which is also well suited to the minimal dimensions of the postage stamp for which it was intended.
It evokes epiphanic memories of that cave modernistically translated into square yet irregular blocks. Moreover, it is a question of a femininity poised on the threshold of conquests which, however, could translate into homologation and at the same time apparent yielding which could mean a recovery of new energies: as if after so much running, the arched body needed to catch its breath and to meditate on new hypotheses and strategies.
I am surprised by Giovanna’s ability to build symbols that are never overexposed, never intrusive and which compose a peacefully dreamlike universe, which we can appreciate in works such as “Tempo” (Time), “Domenica pollo” (Chicken on Friday), “Genesis”, all testimonies of an operational wisdom capable of becoming a daily exploration of dialectical techniques, of brilliantly resolved material contrasts, in an “adventurous” growth lived with that expressive authenticity that I have always recognised in this artist.
I was urged to write this brief but sincere comment by the creative continuity of the artist, by her successful bet of grafting daily rhythms into the symbolic and metaphorical rhythms of a dream: because as is known, dreams can be enough to give meaning to life. DaPor

Paolo Campostrini

Scripta Manent 2007
… Una delle tematiche da lei affrontate nel suo operato artistico è quella dell’universo femminile; in particolare indaga i ruoli rivestiti dalle donne e quelli che potrebbero svolgere al di là dei pregiudizi radicati ancora nella società e negli stereotipi che sono loro imposti e che ne impediscono la libertà d’azione. A questo tema a lei caro l’artista ha dedicato un progetto dal nome “FEMINAE” che ha fatto pervenire al Ministero per le Pari Opportunità. …

Paolo Campostrini

Scripta Manent 2007
… One of the themes she addressed in her artistic work is that of the female universe; In particular, she investigates the roles played by women and those they could play beyond the prejudices still rooted in society and the stereotypes that are imposed on them and which prevent their freedom of action. The artist dedicated a project called “FEMINAE” to this theme dear to her, which she sent to the Ministry for Equal Opportunities. …

Ministero per le Pari Opportunità

Nel 2007 il Ministero le dedica una mostra personale nella galleria Spazio Etoile in S. Lorenzo in Lucina a Roma dove espone le più recenti opere del progetto Feminae.
Il Ministero per le Pari Opportunità ha selezionato un’opera della pittrice bolzanina Giovanna Da Por Sulligi, per realizzare un francobollo commemorativo (il 2007 è l’anno delle Pari Opportunità), che verrà presentato il 1 marzo alle ore 13 a Palazzo Chigi, alla presenza della Ministra Pollastrini e del Ministro Gentiloni.
L’opera su plexiglas dipinto con inserto di carta velina resinata fa parte del progetto “Feminae” che l’artista ha esposto a Kunstart 2006 e che esporrà al MIART di Milano.
Il lavoro selezionato ha per titolo: “Trazione fatale”.
Raffigura una donna che, entrando in una struttura architettonica sfaccettata, è attratta dalla possibilità di essere protetta. La donna-madre con la testa rivolta nostalgicamente all’indietro è consapevole di una probabile omologazione. DaPor

The Ministry for Equal Opportunities

In 2007 the Ministry dedicated Giovanna Da Por Sulligi a personal exhibition at the Spazio Etoile gallery in S. Lorenzo in Lucina in Rome where she exhibited her most recent works of her Feminae project.
The Ministry for Equal Opportunities selected a work by the painter from Bolzano, Giovanna Da Por Sulligi, to create a commemorative stamp (2007 is the year of Equal Opportunities), presented on the 1st of March at 1 pm at Palazzo Chigi, at the presence of Ministers Pollastrini and Gentiloni.
Her work on painted plexiglas with an insert of resin-coated tissue paper is part of the “Feminae” project which the artist exhibited at Kunstart 2006 as well as at MIART in Milan.
The selected work was titled “Trazione fatale” (Fatal traction).
It depicts a woman entering a multifaceted architectural structure and is attracted by the possibility of being protected. The woman-mother with her head nostalgically turned backwards is aware of a probable homologation. DaPor

Elena Gollini
curatore d’arte e giornalista | 2017

Milano Festival dell’arte: MilanoArtGallery a cura di Elena Gollini
Dice Novalis, che le evoluzioni successive sempre più crescenti, sono la materia della storia. L’arte di Giovanna Da Por, è il completamento visivo di tale autorevole pensiero riflessivo. Nelle sue opere, si trova la sintassi policromatica  e rievocativa  del “volo virtuale” dell’arte contemporanea. 
L’estro creativo incalzante si congiunge alla raffinata precisione esecutiva,  e viene avvalorato dalla sapienza tecnica e dalla conoscenza della materia di lavorazione. La sua arte, è una presa diretta di coscienza della missione primaria dell’arte contemporanea.
Nell’uso del colore la fantasia dell’artista trascende nell’orchestrazione e attribuisce una polifonia di significati, che attraverso le forme testimoniano  il suo verbo interiore , La risposta emozionale di ogni opera, viene sollecitata da particolari fusioni e declinazioni cromatiche, che accentuano e mettono in risalto il fulcro centrale della narrazione, colpendo la coscienza dello spettatore e spronandolo ad una visione attenta e ad una lettura accurata, per poter cogliere pienamente le chiavi interpretative. La ricchezza immaginativa  e lo spirito di invenzione, la supportano nel rievocare al meglio la tematica prescelta, instaurando un canale di contatto tra reale e irreale, dimensione quotidiana concreta e sfera fantastica visionaria. Emergono rimandi e  richiami, che vedono protagonista l’essere umano e il suo relazionarsi con l’universo esperienziale e con la parte più intima dell’ego. Le tessiture figurali e gli scenari compositivi sono un ponte virtuale di collegamento, per favorire la connessione dell’uomo con quanto lo circonda. La sua è un’arte intellettuale, di astrazione colta e raffinata, che si avvale di un solido fondamento di formazione e preparazione. DaPor

Elena Gollini
art curator and journalist | 2017

Milan Art Festival: MilanoArtGallery edited by Elena Gollini
Novalis says that ever-increasing successive evolutions are the subject matter of history. The art of Giovanna Da Por is the visual completion of this authoritative reflective thought. In her works, we find the polychromatic and evocative syntax of the “virtual flight” of contemporary art.
The pressing creative flair is combined with refined executive precision, and is supported by technical wisdom and knowledge of the processing material. Her art is a direct awareness of the primary mission of contemporary art.
In the use of colour, the artist’s imagination transcends into orchestration and attributes a polyphony of meanings, which – through their forms – testify to her inner verb. The emotional response of each work is solicited by particular chromatic fusions and declinations, which accentuate and highlight the central fulcrum of the narrative, striking the viewer’s conscience and spurring him to careful vision and accurate reading, in order to fully grasp the interpretative keys. The imaginative richness and the spirit of invention support her in recalling the chosen theme in the best possible way, establishing a channel of contact between real and unreal, a concrete daily dimension and a fantastic visionary sphere. References and recalls emerge, which see the human being as the protagonist and his/her relationship with the experiential universe and with the most intimate part of his/her ego. The figural textures and the compositional scenarios are a virtual connecting bridge, to favour the connection of man with his surroundings. Hers is intellectual art, of cultured and refined abstraction, which relies on a solid foundation of training and preparation. DaPor

Lucia Munaro
critica d'arte e giornalista | 2016

Articolo del Corriere della Sera inserto di Bolzano in occasione della mostra del 2016 presso la Galleria L’Angolo di Umberto Russo in via Fago a Bolzano.
Giovanna Da Por è un’artista instancabile, da decenni lavora ai suoi soggetti, toccando temi anche scabrosi, come il femminicidio e altre violenze sulla donna, ma sempre con un’invenzione formale che ne attutisce la crudezza. La pittrice bolzanina, nei suoi lavori introduce spesso nuove tecniche e materiali anche all’avanguardia come la trasposizione su plexiglass a raggi UVA e getto d’ inchiostro, oppure recupera tecniche antiche, come le terre d’affresco spatolate su tavole di grande superficie.
Una irrequietezza creativa che Giovanna Da por traduce in composizioni ricche di piani di lettura. DaPor

Lucia Munaro
art critique and journalist | 2016

Article in the Corriere della Sera, Alto Adige insert on the occasion of her personal exhibition Beyond the Border Bolzano Umberto Russo’s gallery L’Angolo.
Giovanna Da Por is a tireless artist, she has been working on her subjects for decades, touching even thorny themes, such as femicide and other kinds of violence against women, yet always with a formal invention that softens its crudeness. The painter from Bolzano often introduces new techniques and materials, even cutting-edge ones, such as the transposition on plexiglass with UVA rays and inkjet, or recovers ancient techniques, such as the fresco earth spatulate on large-surface panels.
A creative restlessness that Giovanna Da Por translates into compositions which are rich in reading plans and that always stand out. DaPor

Sergio Molinari
professore ordinario di psicologia clinica, psicoanlilsta | 2007

Progetto Feminae
“Mi pare che una suggestione profonda che scaturisce dalla pittura di Giovanna Da Por Sulligi tenda verso una nuova laicità a partenza dal mondo femminile.
In altre parole, di fronte all’imporsi sempre più arrogante di un integralismo a matrice maschile, e/o di un ritorno regressivo ad essa, una nuova liberazione “laica”- dopo la liberazione “sessuale” del secolo scorso – potrebbe venire ancora una volta – dall’universo femminile. Discorso che potrebbe addirittura attraversare zone geografiche, culture, appartenenze consolidate”.

 

 

Sergio Molinari
full professor of clinical psychology, SPI psychoanalyst | 2007

Feminae
“It seems to me that a profound suggestion that springs from Giovanna Da Por Sulligi’s painting tends towards a new secularism starting from the female world. In other words, faced with the ever more arrogant imposition of a male-based fundamentalism, and/or a regressive return to it, a new “secular” liberation – after the “sexual” liberation of the past century – could happen again, on behalf of the female universe. This might even occur across geographical areas, cultures, consolidated identities”.

Luigi Serravalli
1990

Giovanna Da Por Sulligi, nata e cresciuta a Bolzano, ha avvertito i sensi complessi di una cultura mistilingue. Rapporti diversificati, radici lontane, elementi mediterranei e mitteleuropei. Suggestioni che lavorano sull’immaginario come pulsioni perenni e ineludibili. Gelosa del suo habitat mentale, intesa a dipanare la matassa delle sedimentazioni storiche, religiose, folkloriche, paesaggistiche del suo luogo di origine, piuttosto che correre verso gli “ismi” del momento internazionale. È un mondo vasto, introspettivo, che forse non tutti pensano valga la pena di analizzare e che, invece, porta a delle riflessioni costanti che sono visibili negli artisti migliori altoatesini delle tre lingue fino a raggiungere delle scoperte operative delle quali ci sembra la Da Por Sulligi sia sensore attenta, pronta a privilegiare questo suo referente.  

Luigi Serravalli
1990

Giovanna Da Por Sulligi, who was born and grew up in Bolzano, has deeply felt the implications of a culture articu-lated in three languages, intertwined in manifold relations, springing from far-away roots, mingling mediterranean and central-european features. These suggestions work on the images as perennial, irresistible urges. Being jealous of the habitat of her mind and intent to unravel the coil of the historical, religious, folkloristic and landscape-linked back-grounds of her homeland she rather refrains from the pursuit of the latest international trends. It is a wide world of introspection, that perhaps not everyone judges worthy of analysis, and which, on the contrary, constantly leads to reflections detectable in the work of the best local artists of the three language groups and originates practical discove-ries of which Giovanna Da Por Sulligi is keenly aware, ready as she is to privilege this source of inspiration. Perhaps only in her latest works, approaching a kind of abstract painting, the artist means to instaurate a new rela-tionship between herself and her canvas, where the remains of local culture tend to vanish in the face of inner problems far removed from conventions. This is a path in which the artist will perhaps later engage herself, although without forgetting – at least so we think -the places of her previous experiences; that is fresco pain-tings, works on wood, glass or canvas where again resounds, even in her mode personal expressions, the rich impulse of local history of community life in these valleys, interpreted in a religious and ideal light.

Tilly Meazzi
1990

C’è nei lavori di Giovanna Da Por Sulligi una miticità in latenza, un attraversamento trasversale di significati, una concentrata affluenza di messaggi piegati alla spazialità compositiva, che emanano un senso figurale del mondo totalmente avvolto nell’immaginario estetico.
Ma riannodando segnali e significati, la nostra attualità non è poi così assente come potrebbe apparire. Un senso storico del “ritorno” e di “esemplarità” fa sì che in un travaso alchemico di simbologie troviamo le paure, ecologiche e belliche, le intuizioni inventive, le ritualità sociali del nostro tempo.
Quadri allora come duplicità dell’essere velo e svelo. La metafora di una pittura tutta per gli occhi si trova quindi all’interno della pittura stessa, che si dipinge come volto bendato ma che si fa guardare.

Tilly Meazzi
1990

In the work of Giovanna Da Por Sulligi, concealed myths are to be found, with a criss-crossing of meanings, a crowding of messages aimed at the volumes of composition, that point at the shapes of a world totally wrapped in aesthetic imagery. Nevertheless, if we link again the warnings to the meanings, the reality of today is not as absent as it may appear. An historical sense of “coming back” and of “expemplarity” lets an find, in an alchemy of symbols, our fears, of war and of pollution of our environment, as well as the intuitions, the inventions, the social rites of our times. These pictures encompass the duplicity of veiling and unveiling. The metaphor of a picture only meant for the eyes is therefore to be found inside the picture itself, that appears as a veiled face which demands to be looked at.

Traudi Messini
1990

Giovanna Da Por Sulligi always tells unreal tales, that though moving in a wonderful and fantastic fairy world, always keep openly in touch with the realities of the present time, with all its negative features and its deformations. The artists keeps emphasizing the anguishing outlines of todays environment problems. For Giovanna Da Por Sulligi people’s indifference to this predi-cament is incomprehensible. The artist emphasizes her manifold significant themes resor-ting to the allegorical language revealing a tight connection to the tradition of western art.. Being an artist, she feels strongly committed to recall through her work peoples’ attention on these problems appealing to their sensibility. In this connection the artist enters in the role of the strong women of ancient times, who through their divina-tory powers foresaw and announced the impending calamities. So in her paintings appear the figureheads, women who show the way and appease the Gods. These fantastic womanly figures are portrayed by Giovanna Da Por Sulligi in the form of syrens. They lead through the seas huge ships having on board whole medieval cities. Giovanna Da Por Sulligi says: “The figureheads are meant to represent woman, often taking on a back-breaking task whick is so little acknowledged and appreciated. The women bear on their backs a burden, without really knowing what is in it, because it. is placed behind them. These figureheads awake in me a desperate longing for a free flight, but at the same time show how impossible it is for a woman to realize such a dream, bound as she always is to the social conventions that prevent her to rush at the pursuit of the unknown. DaPor

On the ships led by my figureheads there are always walled cities. By these ships wandering through the cosmos I recall to memory a world of the past ever emerging again in the foreground. Totally different from the works on commission – the huge planks worked with a spatula in fresco colours – her personal sketches are the more true expression of her deepest impres-sions and emotions. In these works the artist leaves every cal-culation aside, and the historical and artistic tradition remains only a cultural underground. It is the reign of pure colour: on these surfaces the artist reveals her inner world through admi-rable abstract shapes. Giovanna Da Por Sulligi says: “I must always bring out in images all I see and feel… I am very much afraid of forgetting and dispersing my emotions and impressions. My sketches represent moments of joy, but also moment of suffering, as in my last journey to Stromboli. Every time I reach that island I would like to weep. That wonderful violent sea, that black sand awake in me emotions so strong, that I must at once get hold of them to express them. The jets of fire of the volcano, visible day and night; that volcano which stirs and appears to me like a monstrous animal is also a most extraordinary source of inspi-ration for my work. That petrified lava that was once a simmering, live thing, recalls from my inner being the dreams that constantly vivify my imagination, kindling always new ideas, that I never fail to realize as soon as I can. To put my emotions in store is always a kind of work preparatory to the subsequent realization of a project, meant to enlarge the dream, to enhance the joy of having experienced all this. This also enables me to make my dreams last a little longer. I want to treasure all this, for I fear I will not able to go on dreaming for ever”.
From the wireless serial (“Frau and Kunst” by Traudi Mes-sina, RAI III, Sender Bozen Treffpunkt). DaPor